Riflessione sulla vera "skill"

Stasera dopo aver buttato giù i primi 2 boss di Black Temple, e dopo aver partecipato fin dal primo try al fight con Archimonde, mi sono fermato un attimo a riflettere.
La riflessione è stata sconcertante. Tutto è finalmente chiaro ora. Prendo spunto proprio dalla mia rivelazione per indire un sondaggio FONDAMENTALE per l'armonia della nostra gilda.
Molti sono i cavalieri noti per il valore, le virtù e la sapienza all'interno della BlackAlliance, e questo è risaputo in tutta Azeroth. E molti sono i cavalieri che girano nelle locande a narrare di imprese legendarie e duelli epici. Le storie sono amate dal popolo che si raduna in massa per ascoltare i guerrieri tornati con i bottini di guerra.
Basta passare in una qualsiasi locanda di Ironforge, in una qualsiasi notte, e trovare lo gnomo mastro Kismet, Champion of the Naaru, con il suo boccale di Thunder Lager in mano, che racconta di come Azgalor sia stato una passeggiata. O ancora nel Goldshire, alla taverna, ogni sera c'è Alsimmonss, il Rogue Supremo, che narra la storia di Archimonde e il paralol davanti a decine di nani, elfi e gnomi appassionati. La fama dei BlackAlliance cresce così come le imprese compiute.
Ma in questo clima di grandezza e goliardia, si insinua nel Sacro Consiglio di gilda un elemento contraddittorio. Un personaggio che beffeggia le altre gilde la notte per le strade di Stormwind, che al Consiglio di Gilda manifesta insofferenza per alcuni membri definiti "scarsi", che si vanta di essere uno dei migliori cavalieri di tutta Azeroth.... Ma anche un personaggio che durante i combattimenti cede sempre il passo agli altri, si tira indietro nel momento del bisogno, non contribuisce ai successi della BlackAlliance e nei momenti cruciali, wippa.